La verifica dei progetti Joint Implementation (JI) aiuta le organizzazioni pubbliche e private dei Paesi industrializzati (Annex I), a contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e ottenere unità di riduzione delle emissioni (ERU).
Il Joint Implementation opera in modo simile al Clean Development Mechanism (CDM), con l’eccezione che il paese ospitante non è un Paese in via di sviluppo, ma un altro Paese dell’Annex I.
Tutti i paesi dell’Annex I sono potenziali ospiti di progetti JI, inclusi quelli con economia in transizione: questi ultimi sono i candidati più probabili per ospitare progetti JI, in ragione dei bassi costi che li caratterizzano.
La parte interessata informa il segretariato della sua DFP (Designated Focal Points) e delle linee guida nazionali delle procedure per l’approvazione dei progetti JI. La parte interessata può autorizzare persone giuridiche a partecipare a progetti JI. Queste possono solo trasferire e/o acquisire ERU se la parte che autorizza ha i requisiti per farlo. Più in dettaglio, tali requisiti sono definiti dagli Accordi di Marrakesh.
Procedura JI: se il Paese ospitante soddisfa tutti i requisiti di eleggibilità, può applicare le proprie regole per la selezione dei progetti JI, scegliere i criteri da utilizzare e in seguito occuparsi della loro registrazione e del trasferimento dei crediti ai partecipanti.
La procedura JI è sotto la supervisione del paese ospitante: la determinazione dell’eleggibilità del progetto, il monitoraggio e la verifica delle riduzioni delle emissioni è soggetta soltanto a regole e procedure nazionali.
RINA, quale Entità Operativa Designata (DOE) accreditata dall’UNFCCC per il CDM, può approvare per i Paesi industrializzati (Annex I), i progetti che generano unità di riduzione delle emissioni secondo la procedura JI. In alcuni Paesi, quali ad esempio la Bulgaria, l’approvazione dei progetti può essere effettuata da un’organizzazione accreditata dall’Executive Board per il Clean Development Mechanism (CDM).