Secondo l’Indice di Percezione della Corruzione - documento che l’associazione Transparency International redige ogni anno - l’Italia è al 42esimo posto sui 180 Paesi oggetto dell’indagine. Una posizione che l’ha vista salire di 3 punti rispetto all’anno scorso e di ben 14 rispetto a 10 anni fa.
Questo progresso costante evidenzia quanto l’attenzione al problema della corruzione sia cresciuta nell’ultimo decennio, e quanto prevenire i rischi di corruzione sia fondamentale per portare a compimento gli impegni presi per il rilancio economico e sociale del Paese, ma anche per adempiere agli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
L’affermazione dell’Agenda 2030 e le specificità così ben definite degli SDGs hanno infatti rafforzato l’idea del contributo dell’anticorruzione alla realizzazione di alcuni obiettivi di sostenibilità. A tal riguardo vediamo integrità e trasparenza al centro dell’obiettivo SDG 16 "Pace, giustizia e istituzioni solide", che mira a promuovere la legalità a livello nazionale ed internazionale, riducendo la corruzione e creando istituzioni responsabili e trasparenti.
Il settore privato ha un ruolo importante nel raggiungimento di questo SDG. Può contribuire incorporando i principi di trasparenza nell’organizzazione, scongiurando qualsiasi episodio di corruzione all’interno della propria catena di fornitura e favorendo la legalità nei paesi in cui opera.