Prodotti tipici IGP

Indicazione Geografica Protetta - I.G.P. - Reg. CE 1151/12

Mercato di riferimento

Produttori/ trasformatori del prodotto oggetto di riconoscimento

Motivazioni e benefici

Aspetti salienti

E’ indispensabile, come per la DOP, un legame con il territorio ma, rispetto a quest’ ultima il legame con l’area geografica non è essenziale o esclusivo e si può limitare ad una sola fase del processo produttivo.
Le caratteristiche intrinseche dei prodotti IGP dipendono, totalmente o in parte, dal territorio di produzione, intendendo per territorio non soltanto l’ambiente con i suoi elementi climatici e podologici, ma anche con i suoi fattori storico-economici, sociologici e culturali.

Documenti

Nota informativa per l’attività di controllo dei prodotti a DO, IG ed STG

Ricorsi

I soggetti controllati possono presentare ricorso contro le valutazioni, le decisioni ed i provvedimenti adottati dal Comitato di Certificazione di RINA AGRIFOOD S.p.A.(rifiuto della domanda di certificazione, rifiuto a concedere/modificare la certificazione, notifica di NC gravi/lievi per i prodotti DOP/IGP o per i vini DOP/IGP, notifica di NC di scarsa entità/NC gravi/NC critiche per i prodotti biologici) entro trenta giorni dalla data della notifica da parte di RINA AGRIFOOD S.p.A. tramite pec.

Gli eventuali ricorsi devono essere inoltrati tramite PEC all’attenzione del Presidente della Consulta per i ricorsi, inviandoli alla casella PEC avente come indirizzo 'ricorsoagroqualita@legalmail.it'.

Regolamento (CE) n. 507 del 15/06/2009 pubblicato su G.U.U.E.n.151 L del 16/06/2009 con il quale l’Unione Europea ha provveduto alla registrazione della indicazione geografica protetta “Abbacchio Romano”; Regolamento (UE) n. 1174 del 05/12/2012 pubblicato su G.U.U.E.n.337 L del11/12/2012 con il quale è stata approvata la modifica del disciplinare di produzione dell’indicazione geografica protetta medesima

Il prodotto Abbacchio Romano, all'atto dell'immissione al consumo, presenta le seguenti caratteristiche:
Colore rosa chiaro e grasso di copertura bianco, tessitura fine consistenza: compatta, leggermente infiltrata di grasso. La nascita, l’allevamento degli agnelli da latte e le operazioni di macellazione dell' “Abbacchio Romano” devono avvenire in tutto il territorio della Regione Lazio. La materia prima proviene dalle seguenti razze che sono anche le più diffuse nell'area geografica di riferimento: Razza Sarda e suoi incroci, Comisana e suoi incroci, Sopravvissana e suoi incroci, Massese e suoi incroci, Merinizzata Italiana e suoi incroci. Gli agnelli sono allevati allo stato brado e semibrado. E’ consentito, il ricovero in idonee strutture il cui stato igienico-sanitario garantisca il benessere degli animali, con particolare riguardo al buon grado di aerazione, illuminazione naturale e pavimentazione. Gli agnelli devono essere nutriti con latte materno (allattamento naturale). E’ consentita l’integrazione pascolativa di alimenti naturali ed essenze spontanee.

 

- Dispositivo per il controllo
- MDC3 Abbacchio Romano - Allevatori
- MDC4 Abbacchio Romano - Macelli/laboratori di sezionamento e confezionamento
- MDC7 Abbacchio Romano - Richiesta prove conformità
- MDC21 Abbacchio Romano - Richiesta contrassegni numerati
- Tabella dei controlli di conformità
- Tariffario per il controllo
- Attività di macellazione
- Attività di sezionamento/confezionamento

 

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I.G.P. in protezione nazionale transitoria accordata con D.M. 7 luglio 2010 pubblicato su G.U.R.I. n. 170 serie generale del 23/07/2010

L’Agnello del Centro Italia si ottiene dalla macellazione degli agnelli in tre tipologie di carcassa: agnello leggero (di peso compreso tra 8,01 e 13,0 kg e stato di ingrassamento nell’ambito delle classi 1; 2; 3), agnello pesante (di peso pari o superiore a 13,01 kg, conformazione nell’ambito delle classi: U-R-O; stato di ingrassamento nell’ambito delle classi: 2-3-4) e castrato (di peso pari o superiore a 20,0 kg, conformazione nell’ambito delle classi: E-U-R, stato di ingrassamento nell’ambito delle classi: 2-3-4). La zona geografica di allevamento dell’ Agnello del Centro Italia comprende i territori delle seguenti regioni: Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna limitatamente agli interi territori delle province di Bologna, Rimini, Forlì–Cesena, Ravenna e, parzialmente, ai territori delle province di Modena, Reggio nell’Emilia e Parma. L’Agnello del Centro Italia è costituito dalle carcasse o dalla carne degli agnelli, nati e allevati nella zona geografica sopra riportata e appartenenti ai seguenti tipi genetici, razze e loro incroci: Appenninica, Bergamasca, Biellese, Fabrianese, Merinizzata Italiana, Pomarancina, Sopravissana, Zerasca, Comisana, Cornella Bianca, Cornigliese (Corniglio), Garfagnina Bianca, Gentile di Puglia, Massese, Pagliarola, Pecora delle Langhe.  

 

- Dispositivo di controllo
- Tabella dei controlli
- MDC3 Agnello del Centro Italia IGP
- MDC4 Agnello del Centro Italia IGP
- MDC5 Agnello del Centro Italia IGP
- Tariffario

 

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IGP registrata con Reg (CE) n. 1017 della Commissione del 30 agosto 2007, pubblicato in G.U. serie n. 215 del 15/9/2007 – Successiva modifica Reg (CE) n. 2183 della Commissione del 21 novembre 2017, pubblicato in GUUE L309 del 24 novembre 2017

Per “Arancia del Gargano” IGP si intende il frutto prodotto e confezionato in una zona geografica ubicata nella provincia di Foggia che comprende i territori dei comuni di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico e precisamente il tratto costiero - subcostiero del Promontorio del Gargano che va da Vico del Gargano a Rodi Garganico, fin sotto Ischitella.

La IGP Arancia del Gargano è riservata alle cultivar tradizionalmente coltivate, e precisamente a:
  • tipi del gruppo Biondo Comune, tradizionalmente individuati dal nome “Biondo Comune del Gargano”;
  • ecotipo locale Duretta del Gargano (“Arancia Tosta”) forma tonda o ovale, individuata tradizionalmente dal nome “Duretta tonda” o “a viso lungo”.

Entrambe le varietà devono avere un peso non inferiore a 100 grammi e presentare una buccia uniformemente colorata, base del peduncolo color verde vivace.

L’epoca di raccolta va dal 15 aprile a fine agosto per il Biondo Comune del Gargano e dal 1 dicembre al 30 aprile per la Duretta del Gargano. La raccolta avviene a mano e con l’ausilio di forbici. E’ vietata la maturazione artificiale dei frutti.

Le condizioni pedoclimatiche della zona di produzione oltre alla costante opera dell’uomo attribuiscono al frutto autentiche caratteristiche per qualità organolettiche, epoca di raccolta, pezzatura, serbevolezza.

Il prodotto è commercializzato per il consumo fresco e per la trasformazione.

 


- Dispositivo di controllo rev.00 del 30/11/17
- MDC3 rev.00 del 30/11/17
- MDC4 rev.00 del 30/11/17
- MDC7 rev.00 del 30/11/17
- Attività di confezionamento rev.00 del 30/11/17
- Attività intermediari rev.00 del 30/11/17
- Attività di raccolta rev.00 del 30/11/17
- Elenco terreni iscritti rev.00 del 30/11/17
- Modulo autocontrollo rev.00 del 30/11/17
- Denuncia finale di produzione
- Ricevuta conferimento arance rev.00 del 30/11/17
- Tabella dei controlli di conformità rev.00 del 30/11/17
- Tariffario per il controllo rev.01 del 16/03/18

 

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I.G.P. registrata con Reg. (UE) n. 441 del 21/05/2010 pubblicato su G.U.C.E. n. 126 serie L del 22/05/2010

Modifiche ordinarie al Disciplinare di produzione D.M. 01/02/2024 pubblicato in G.U. n.36 del 13/02/2024

Il Canestrato di Moliterno I.G.P. è un formaggio a pasta dura ottenuto dalla trasformazione di latte ovino (almeno 70%) e caprino (almeno 10%) proveniente da allevamenti ubicati nell’area interna, tra le province di Potenza e Matera. Nella stessa zona avviene anche la produzione del formaggio che può essere immesso al consumo dopo un periodo di stagionatura minimo di 60 giorni. Può essere utilizzato sia come formaggio da tavola che da grattugia con le seguenti caratteristiche:  

- forma: cilindrica a facce piane con scalzo più o meno convesso; 
- dimensioni: diametro delle facce da 15 a 25 cm, con altezza dello scalzo da 10 a 15 cm; 
- peso: variabile da 2 a 5,5 kg in relazione alle dimensioni della forma;
- crosta: di colore giallo più o meno intenso nella tipologia primitivo fino al bruno nella tipologia stagionato;
- il colore della crosta può dipendere dai trattamenti subiti durante  la  stagionatura  fino  al  nero  ardesia  se  la  crosta  è  stata  trattata  con l'emulsione di acqua e nerofumo, olio di oliva e aceto di vino; la stessa non è edibile; 
- pasta: struttura compatta con occhiatura non regolarmente distribuita; al taglio il colore si presenta bianco o leggermente paglierino per la tipologia primitivo; di colore paglierino più o meno intenso per la tipologia stagionato ed extra; 
- sapore: tendenzialmente dolce e delicato all'inizio della stagionatura, con il protrarsi della stessa, evolve verso caratteristiche organolettiche più accentuate e piccanti;
- grasso s.s.: il contenuto del grasso sulla sostanza secca non deve essere inferiore al 30%; utilizzo: come formaggio da tavola per la tipologia primitivo, da tavola o da grattugia per  le tipologie stagionato ed extra. 

La  peculiarità  principale  del  Canestrato  di  Moliterno  risiede  nella  fase  di  stagionatura  del formaggio nelle caratteristiche cantine (fondaci) presenti nel comune di Moliterno (PZ) dotati di particolari condizioni ambientali e microclimatiche e situati ad un’altitudine superiore a 700 m s.l.m. 

 

- Piano dei controlli
- Tariffario
- MDC3 Canestrato di Moliterno
- MDC4 Canestrato di Moliterno
- Modello dati di allevamento Canestrato di Moliterno

 

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IGP registrata con Reg U.E. n. 164 della Commissione del 28 gennaio 2016, pubblicato in G.U.E.E. serie L 32/30 del 09/02/16.

La zona di produzione dei “Cappellacci di zucca ferraresi” IGP è rappresentata dall’intero territorio amministrativo della Provincia di Ferrara.
I “Cappellacci di zucca ferraresi” sono una pasta alimentare fresca ripiena, la cui sfoglia è ottenuta dalla lavorazione di una miscela di farina di grano tenero e duro e uova, e il cui ripieno è ottenuto dalla lavorazione e cottura di polpa di zucca gialla “violina”, formaggio grattugiato e noce moscata.

I “Cappellacci di zucca ferraresi” si caratterizzano per l’originalità della loro forma che riproduce un antico cappello di paglia dei contadini dlla campagna ferrarese e per le spiccate qualità organolettiche derivanti dal contrasto tra il dolce della zucca ed il salato del formaggio e con sentore di noce moscata. Componente importante nella fase di realizzazione del prodotto è l’abilità manuale degli operatori in particolare nelle fasi di lavorazione della zucca e di collocazione del ripieno.
Al momento dell’immissione al consumo i “Cappellacci di zucca ferraresi” hanno un diametro compreso da 4 a 7 cm ed un peso da 10 a 28 gr.
I “Cappellacci di zucca ferraresi” possono essere commercializzati confezionati o sfusi.


- Dispositivo per il controllo Rev.00 del 15/02/16
- MDC3 Cappellacci di zucca ferraresi Rev.00 del 15/02/16
- MDC4 Cappellacci di zucca ferraresi Rev.00 del 15/02/16
- MDC7 Cappellacci di zucca ferraresi Rev.00 del 15/02/16
- Tariffario

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 465 del 12/03/2004 pubblicato su G.U.C.E. n. 77 serie L del 13/03/2004

Il Carciofo di Paestum I.G.P. designa i capolini dei biotipi riferibili al tipo “Romanesco”, anche detto “Tondo di Paestum”, prodotto in alcuni comuni della omonima piana nella provincia di Salerno. La raccolta inizia il 1° febbraio e si protrae fino al 20 maggio. Il prodotto presenta capolini di forma sub-sferica di colore verde, con sfumature violetto-rosacea, brattee esterne ovali con apice arrotondato ed inciso, brattee interne paglierino-verdastre con sfumature violette, peduncolo di lunghezza inferiore a 10 cm. E’ ammesso l’uso di cocci di terracotta per la protezione dei capolini in campo. Il prodotto finito è posto in vendita in appositi contenitori rigidi contenenti da un minimo di 2 ad un massimo di 24 capolini per confezione.

 

- Piano dei controlli
- Modifiche piano di controllo
- Disciplinare di produzione
- Elenco operatori iscritti 2022 - 2023
- Tariffario per la certificazione del prodotto
- Domanda di iscrizione all'elenco terreni
- Domanda di iscrizione all'elenco terreni (allegato al modello MDC3)
- Domanda di iscrizione inter. confez.
- Domanda di iscrizione inter. confez. (formato Excel)
- Relazione ispettore iscrizione agricoltori
- Relazione ispettore iscrizione agricoltori (formato Word)

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 2066 del 22/11/2002 pubblicato su G.U.C.E. n. 318 serie L del 22/11/2002

Il Carciofo Romanesco del Lazio appartiene alla sp. Cynara scolymus, cultivar Castellammare, Campagnano e relativi cloni. La pianta presenta capolino principale sferico, compatto con caratteristico foro all'apice, dimensioni grandi, brattee esterne con sfumature violette, ad apice arrotondato, inciso, inermi. Il periodo di produzione è precoce con inizio gennaio per la cultivar Castellammare, tardiva con inizio marzo - aprile per la cultivar Campagnano. La zona di produzione comprende alcuni comuni delle province di Latina, Roma e Viterbo. La raccolta è manuale, inizia a gennaio e si protrae fino a maggio. Il carciofo era coltivato nelle campagne laziali già in epoca romana. In età moderna si segnala la coltivazione intensiva da circa cinquant'anni, abbinata all'introduzione di sagre dedicate al prodotto a Ladispoli, Sezze e Campagnano, per citare le più importanti. Svariati sono gli utilizzi gastronomici del prodotto e tante le ricette che lo vedono protagonista.

- Dispositivo di controllo rev.01 del 04/04/07
- Tabella dei controlli rev.01 del 11/04/07
- MDC1 rev.01 del 11/04/07
- MDC2 rev.01 del 11/04/07
- MDC3 rev.01 del 11/04/07
- MDC4 rev.01 del 11/04/07
- MDC5 rev.01 del 11/04/07
- MDC7 rev.00 del 15/11/02
- Elenco terreni rev.00 del 22/07/02
- Istruzione operativa campionamento
- Tariffario

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 1107/96 del 12/06/1996 pubblicato su G.U.C.E. n. 148 serie L del 21/06/1996

La Castagna di Montella I.G.P. derivano dalla varietà “Palummina”. Le caratteristiche distintive della Castagna di Montella I.G.P. sono rappresentate da una pezzatura media o medio-piccola (75-90 frutti per Kg) e la forma rotondeggiante del frutto. L'area di produzione della “Castagna di Montella” IGP è concentrata nell’area del Terminio-Cervialto in Provincia di Avellino. La resa massima di frutti ammessa per la produzione della Castagna di Montella è stabilita in Kg. 25 per pianta ed in q.li 30 per ettaro. Il prodotto fresco può essere immesso al consumo dal 4 ottobre dell’anno di produzione. La Castagna di Montella può essere commercializzata allo stato fresco ed anche allo stato secco: in guscio, sgusciata intera o sfarinata.

 

- Piano dei controlli
- Elenco operatori iscritti
- Modifiche piano di controllo
- Disciplinare di produzione
- Tariffario per la certificazione del prodotto
- Domanda di iscrizione all'elenco produttori
- Domanda di iscrizione all'elenco produttori (formato Excel)
- Domanda di iscrizione int. trasf. conf.
- Domanda di iscrizione int. trasf. conf. (formato Excel)
- Dichiarazione annuale produttori
- Dichiarazione annuale confezionatori trasformatori

 

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IGP registrata con Reg U.E. n. 1881 della Commissione del 2 luglio 2024, pubblicato in G.U.E.E. serie Generale n.166 del 17/07/2024. 

L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Cavolfiore della Piana del Sele” è riservata ai corimbi di cavolfiore che rispettano le caratteristiche descritte dal Disciplinare di Produzione.

La denominazione “Cavolfiore della Piana del Sele” designa i corimbi afferenti alle varietà/ibridi della specie Brassica oleracea L. var. botrytis. Le varietà/ibridi sono:  Alston, Deepty, Guidalina, Lucex, Marmorex, Valmer, Tatuin, Alcala, Moonshine, Whiton, Adona, Moncayo, Bouchard, Lotsa, Socius, Ardent, Obiwan, Casper, Spacestar Gol, Acis, Wonder, Lavaredo, Borealis, Naruto, Akara, Tramont, Rafale, Omeris, Karen, Maimon, Subasio, Cantabria, Altair, Alfeen, Bernoulli, Amistad, Amistad Bio, Pamyros, Diwan, Guendis, Typical, Lecatis, Triomphant, Tonale, Akinen, Braven, Talvena, Manresa, Carantic, Parotis, Cristallo, Darifeen, Locarno, Barcedo, Vedis, Alberto, Nomad. 

La zona di produzione del “Cavolfiore della Piana del Sele” ricade nella provincia di Salerno e comprende il territorio amministrativo afferente ai seguenti comuni: Albanella, Altavilla Silentina, Battipaglia, Bellizzi, Capaccio Paestum, Eboli, Giungano, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Pontecagnano Faiano.   

 

- Dispositivo per il controllo
- MDC3 Cavolfiore della Piana del Sele - Produttore agricolo
- MDC4 Cavolfiore della Piana del Sele -Confezionatori/Centri di confezionamento
- MDC5 Cavolfiore della Piana del Sele - Intermediario
- MDC6 Registro autocontrollo IGP
- MDC7 Cavolfiore della Piana del Sele - Richiesta verifica lotti
- MDC8 Cavolfiore della Piana del Sele -Attività di confezionamento
MDC9 Cavolfiore della Piana del Sele - Attività di intermediazione
- Tariffario per il controllo
- Elenco terreni dedicati alla produzione

 

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I.G.P. registrata con regolamento (UE) n. 1032/12 del 26/10/12 e pubblicato in G.U.U.E. n. 308/5 serie L del 08/11/12

La "Ciliegia di Vignola" I.G.P. designa il frutto delle seguenti cultivar di ciliegio: - precoci: Bigarreau Moreau, Mora di Vignola, - medie: Durone dell'Anella, Anellone, Giorgia, Durone Nero I, Samba, Van - tardive: Durone Nero II, Durone della Marca, Lapins, Ferrovia, Sweet Heart. Il frutto presenta una polpa consistente e croccante (ad esclusione della Mora di Vignola), buccia sempre lucente di colore giallo e rosso brillante per la varietà Durone della Marca e di colore rosso brillante al rosso scuro per tutte le altre varietà e sapore dolce fruttato. La zona di produzione comprende alcuni comuni della provincia di Modena e di Bologna. La coltivazione viene condotta con metodi convenzionali, con l'osservanza delle norme di buona pratica colturale della Regione Emilia-Romagna, integrati e biologici. La densità di impianto è fino a 1000 piante per ettaro. La raccolta è manuale e avviene a partire dal 1 maggio fino al 30 giugno per le varietà precoci, dal 15 maggio al 15 luglio per le varietà medie e dal 25 maggio al 30 luglio per le varietà tardive. Le ciliegie vengono immesse sul mercato in plateaux in cartone, legno o plastica da 5 kg, plateaux in cartone, legno o plastica 40X60 contenente 10/12 vassoi per un totale di 5 o 6 kg, plateaux in cartone, legno o plastica 30X40 contenente 6 vassoi da 500 g per un totale di 3 kg, in confezioni di cartone da g 1200, 2000 o 2500 o in sacchetto in film polimerico traspirante da g 250, 550 e da 1 kg.

 

-Dispositivo per il controllo Rev.02 del 27/03/17
-Tabella dei controlli Rev.01 del 23/07/15
-MDC3 Ciliegia di Vignola Rev.01 del 23/10/15
-MDC4 Ciliegia di Vignola Rev.02 del 23/10/15
-MDC7 Ciliegia di Vignola Rev.01 del 23/10/15
-Elenco dei terreni Rev.00 del 04/02/13
-Attività - confezionatori
-Attività - centri di confezionamento
-Attività di coltivazione
-Ricevuta conferimento ciliegie
-Tariffario

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) (CE) n. 1665/2003 del 23 settembre 2003, disciplinare pubblicato su G.U.R.I. n. 240 del 15 ottobre 2003

La clementina del golfo di Taranto IGP è ottenuta da agrumi riferibili alla specie Citrus clementine Hort ex Tanaka, delle seguenti varietà: Comune, Fedele, Precoce di Massafra (o Spinoso), Grosso Puglia, ISA, SRA 63, SRA 89.
La zona di produzione interessata alla coltivazione delle «Clementine del Golfo di Taranto» è ubicata nella provincia di Taranto, regione Puglia, e comprende i comuni di: Palagiano, Massafra, Ginosa, Castellaneta, Palagianello, Taranto e Statte.. La forma di allevamento è il globo-vaso, la potatura è praticata ogni anno a primavera inoltrata con tagli limitati specialmente nei primi anni.
La densità di piante è compresa tra le 350 e 750 per ettaro, nei nuovi impianti la densità non supera le 500 piante per ettaro. La produzione unitaria massima consentita è di 50 tonnellate per ettaro. Sono ammessi solo frutti di calibro minimo 6 (mm 43/52) con contenuto minimo in succo 40% del peso frutto, il rapporto di maturazione minimo è di 6:1 (rapporto tra il contenuto in solidi solubili espresso in gradi Brix e gli acidi titolabili espressi in acido citrico).
Il frutto è apirene (presenza di un max del 5% con semi). E' confezionato in contenitori da 3 kg fino al massimo di kg 25.

 

- Elenco produttori agricoli 2023
- Disciplinare di produzione
- Dispositivo per il controllo di conformità della IGP
- MDC3 rev. 00 del 25/08/2023
- MDC4 rev.00 del 25/08/2023
- MDC5 rev. 00 del 25/08/2023
- MDC6 rev. 00 del 25/08/2023
- MDC7 rev. 00 del 25/08/2023
- MDC8 rev. 00 del 25/08/2023
- MDC9 rev. 00 del 25/08/2023
- Allegato MDC3 Elenco terreni
- Tariffario
- Tabella dei controlli

 

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I.G.P. registrata con Regolamento di esecuzione (UE) n. 1729 della Commissione del 22 settembre 2016.

La zona di produzione dei “Culurgionis d’Ogliastra” IGP è rappresentata dal territorio dell’Ogliastra in cui ricadono i seguenti comuni: Arzana, Bari Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, Lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Seui, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei, Ussassai, Villagrande Strisaili e si estende ai comuni limitrofi Esterzili, Sadali, Escalaplano in provincia di Cagliari.

I “Culurgionis d’Ogliastra” sono un prodotto a base di pasta fresca con forma a fagottino chiuso a mano racchiudente un ripieno costituito da una miscela di patate fresche o disidratate in fiocchi, formaggi, grassi vegetali e/o animali , aromi. La chiusura del fagottino ricorda una spiga stilizzata

La particolare chiusura a “spighetta” richiede molta precisione e doti di grande abilità e viene fatta rigorosamente a mano.

Il prodotto può essere confezionato fresco, in atmosfera modificata o surgelato. Il prodotto sfuso può essere immesso al consumo solo allo stato fresco.

 

- Dispositivo per il controllo di conformità
- MDC3 Culurgionis D’Ogliastra - Produttori – Strutture di Ristorazione – Confezionatori puri
- MDC7 Culurgionis D’Ogliastra - Richiesta verifica
- Tabella dei controlli
- Tariffario per il controllo
- Rendicontazione confezionatori puri
- Rendicontazione produttori
- Rendicontazione strutture di ristorazione

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 1263 del 01/07/1996 pubblicato su G.U.C.E. n. 163 serie L del 02/07/1996

Il Fagiolo di Sarconi I.G.P. appartiene alle varietà Borlotto, Cannellino, Nano e Rampicante in diversi ecotipi locali. La zona di produzione comprende alcuni comuni della provincia di Potenza. I terreni adatti alla coltivazione sono di origine alluvionale, prevalentemente sabbioso-argillosi, freschi, profondi e fertili, nonchè privi di calcare. Il fagiolo può essere prodotto come baccello da sgranare allo stato fresco o a piena maturazione da granella secca. I baccelli allo stato fresco sono commercializzati in cassette di legno della capacità massima di 15 Kg; mentre allo stato secco sono commercializzati in confezioni della capacità di 250 o 500 g (in tessuto, carta o plastica). Il logo del prodotto va apposto in entrambi i casi.

 

- Dispositivo di controllo rev.04 del 12/03/01
- MDC1 rev.00 del 03/08/00
- MDC2 rev.00 del 03/08/00
- MDC3 rev.00 del 03/08/00
- MDC5 rev.00 del 03/08/00
- MDC7 rev.00 del 03/08/00
- Elenco terreni rev.00 del 03/08/00
- Istruzione operativa campionamento

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 1856 del 26/10/2004 pubblicato su G.U.C.E. n. 324 serie L del 27/10/2004

Il Lardo di Colonnata I.G.P. è ottenuto dai tagli di carne suina corrispondenti allo strato adiposo che ricopre il dorso dalla regione occipitale fino alle natiche e che lateralmente arriva fino alla pancetta. Gli altri ingredienti per la lavorazione dl lardo sono: sale marino naturale, pepe nero macinato, rosmarino fresco, aglio, cannella, anice stellato, coriandolo, noce moscata, chiodi di garofano, salvia e origano. La lavorazione avviene tra settembre e maggio di ogni anno. Il lardo viene stagionato per almeno sei mesi nelle cosiddette "conche", contenitori di marmo bianco dell'agro dei "Canaloni" a forma di vasca. La zona di produzione è Colonnata, frazione montano-collinare del comune di Carrara. All'atto dell'immissione al consumo il profumo è fragrante e ricco di aromi, il sapore è delicato e fresco, quasi dolce, finemente sapido, se proveniente dalla regione delle natiche. Numerosi sono i riferimenti che collegano quest'antica tecnica di lavorazione con la zona d'origine.

 

- Dispositivo di controllo rev.04 del 21/07/10
- Tabella dei controlli rev.05 del 28/03/06
- MDC1 rev. 00 del 05/11/04
- MDC2 rev. 01 del 05/11/05
- MDC3 rev. 01 del 05/11/04
- MDC4 rev. 01 del 05/11/04
- MDC5 rev. 01 del 05/11/04
- MDC6 rev. 02 del 05/11/04
- MDC7 rev. 01 del 05/11/04
- MDC13 rev. 01 del 06/03/06
- Istruzione operativa campionamento
- Tariffario

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 2446/2000 (modificato con REG (UE) N. 14/2011) del 10 gennaio 2011, disciplinare pubblicato su G.U. 24 del 31 01 11

Il limone di Sorrento IGP è ottenuto da limoni riferibili agli ecotipi derivanti dal femmineo ovale (Citrus Limon, L., Burmann), "Ovale di Sorrento - sinonimo: ''Limone di Massa Lubrense'' o ''Massese''".
La zona di produzione si estende nell’area della penisola Sorrentina che dà il nome alla denominazione, si estende anche a Capri ed Anacapri e comprende tutti comuni della provincia di Napoli: La tecnica tradizionale di produzione, che caratterizza il celebre paesaggio, consiste nel coltivare le piante sotto impalcature di pali di legno, preferibilmente di castagno (di altezza non inferiore a m 3.00), di legno e leghe metalliche, di leghe metalliche, utilizzando stagionalmente coperture di riparo dagli agenti atmosferici avversi, o sotto ombreggiature di altre essenze vegetali per garantire una scalarità di maturazione dei frutti i La densità di impianto non è superiore ad 850 piante per ettaro, La raccolta è effettuata scalarmente dal 1° gennaio e termina il 31 ottobre, sono ammessi solo frutti di peso superiore agli 85 gr. con resa in succo di almeno il 25 % del peso. I prodotti elaborati, derivanti dalla trasformazione del limone, possono utilizzare, nell’ambito della designazione, il riferimento al nome geografico “Sorrento” a condizione che dimostrino la provenienza della materia prima ed indichino il rapporto ponderale tra limone fresco e prodotto elaborato.
E' confezionato in contenitori da 0,5 Kg fino ad un massimo di 15 kg.

- Piano dei controlli
- Modifiche piano di controllo
- Elenco produttori agricoli
- Disciplinare di produzione
- Domanda di adesione al sistema di controllo del prodotto a denominazione protetta sez. agricoltori
- Domanda di adesione al sistema di controllo del prodotto a denominazione protetta sez. intermediari-confezionatori-trasformatori
- Tariffario per l'adesione ed il mantenimento al sistema di controllo
- Registro agricoltori
- Registro agricoltori (formato Word)
- Dichiarazione del metodo di separazione adottato
- Dichiarazione del metodo di separazione adottato (formato Word)
- Dichiarazione del titolo di conduzione dei terreni
- Dichiarazione del titolo di conduzione dei terreni (formato Word)
- Mod rendicontazione limone di Sorrento
- Mod rendicontazione limone di Sorrento (formato Excel)
- Mod rendicontazione limone Sorrento

 

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IGP registrata con Reg (CE) n. 148 della Commissione del 15 febbraio 2007, pubblicato in G.U. serie generale n. 74 del 29/3/2007 – Successiva modifica approvata con regolamento (UE) n. 2018/996 della Commissione del 12/7/18 pubblicato in GUUE n. L 178/6 del 16/07/18

Per “Limone Femminello del Gargano” IGP si intende il frutto prodotto e confezionato in un’area che interessa i territori di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico e precisamente il tratto costiero - subcostiero del Promontorio del Gargano che va da Vico del Gargano a Rodi Garganico, fin sotto Ischitella.

La IGP Limone Femminello del Gargano è riservata alla cultivar tradizionalmente coltivata, e precisamente ai tipi inquadrabili nel gruppo Femminello Comune , localmente individuato come “Limone nostrale”.

L’epoca di raccolta è tutto l’anno. La raccolta avviene a mano e con l’ausilio di forbici. E’ vietata la maturazione artificiale dei frutti.

Le condizioni pedoclimatiche della zona di produzione oltre alla costante opera dell’uomo hanno reso il Limone Femminello del Gargano rinomato per la sua genuinità e soprattutto per l’alto contenuto in vitamina C e per la particolarità dei profumi che esso presenta.

Il prodotto è commercializzato per il consumo fresco e per la trasformazione sfuso o in confezioni

 

- Dispositivo di controllo rev.01 del 31/08/18
- MDC3 rev.01 del 31/08/18
- MDC4 rev.01 del 31/08/18
- MDC7 rev.01 del 31/08/18
- Attività di confezionamento rev.01 del 31/08/18
- Attività intermedari rev.00 del 30/11/17
- Attività di raccolta rev.01 del 31/08/18
- Elenco terreni iscritti rev.00 del 30/11/17
- Modulo autocontrollo - confezionatori rev.01 del 31/08/18
- Denuncia finale di produzione rev.01
- Ricevuta conferimento limoni rev.00 del 30/11/17
- Tabella dei controlli di conformità rev.01 del 31/08/18
- Tariffario per il controllo rev.00 del 30/11/17

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 284 del 27/03/2008 pubblicato su G.U.C.E. n. 86 serie L del 28/03/2008

Il Marrone di Roccadaspide I.G.P. designa il frutto ottenuto dagli ecotipi Anserta, Abate e Castagna Rossa riconducibili alla varietà “Marrone”. I castagneti si trovano ad un'altitudine non inferiore a 250 metri s.l.m. nell’area interna del Cilento nella provincia di Salerno. Le caratteristiche distintive del Marrone di Roccadaspide I.G.P. sono rappresentate da una pezzatura di non più di 85 frutti per Kg di prodotto selezionato e/o calibrato e da una forma del frutto semisferica, talvolta ellissoidale. La raccolta è effettuata a mano o con macchine raccoglitrici idonee, nel periodo autunnale e non oltre la prima decade di novembre, con turni di raccolta che non devono superare le due settimane. La produzione unitaria massima annua di frutti è fissata in 3,5 tonnellate a ettaro di coltura specializzata (4 tonnellate per il prodotto destinato all’essiccazione). Il Marrone di Roccadaspide I.G.P può essere commercializzato allo stato fresco ed anche allo stato secco in guscio o sgusciato.

- Piano dei controlli
- Elenco operatori iscritti 2022
- Modifiche piano di controllo
- Disciplinare di produzione
- Domanda di adesione - agricoltori
- Domanda di adesione - agricoltori (formato Excel) 
- Domanda di adesione - intermediari-trasformatori-confezionatori
- Domanda di adesione - intermediari-trasformatori-confezionatori (formato Excel)
- Tariffario
- Verbale controllo agricoltori marrone-agro

 

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Reg. UE n.162 del 28/01/2016 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 9 febbraio 2016 con il quale l’Unione europea ha provveduto alla registrazione della indicazione geografica protetta “Mortadella di Prato” riferita alla categoria “prodotti a base di carne (cotti, salati, affumicati ecc.)

La "Mortadella di Prato" è un prodotto di chiaro stampo medievale, che si caratterizza principalmente per le sue caratteristiche organolettiche, frutto dell’originale connubio dell'alchermes (liquore color porpora ricavato un tempo dalla cocciniglia, la celeberrima “grana del tintore”, e utilizzato come colorante e aromatizzante) con una abbondante speziatura. La sua specificità è inoltre rafforzata dalla scelta dei tagli di carne utilizzati, dalla lavorazione tradizionale e consolidata e dalla particolarità degli ingredienti, caratteristiche che la rendono un "unicum" nel panorama gastronomico italiano. Un altro aspetto peculiare è dato dalla circostanza che la cottura è preceduta dalla stufatura, che deve avvenire in locali dedicati, tali da assicurare condizioni di temperatura progressivamente decrescente ed umidità crescente, in modo da garantire una asciugatura prolungata e graduale del prodotto.
La zona di produzione e confezionamento della "Mortadella di Prato" comprende l'intero territorio del comune di Prato e dei comuni di Agliana, Quarrata e Montale in provincia di Pistoia.


- Dispositivo per il controllo
- MDC3 Mortadella di Prato - Produttori
- MDC7 Mortadella di Prato - Richiesta verifica
- Tabella dei controlli di conformità
- Tariffario per il controllo

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) n. 2325 del 24/11/1997 pubblicato su G.U.C.E. n. 322 serie L del 25/11/1997

La Nocciola di Giffoni I.G.P. è ottenuta esclusivamente con il frutto del biotipo corrispondente alla cultivar di nocciolo “Tonda di Giffoni”. L’area di produzione della “Nocciola di Giffoni” I.G.P. è concentrata nel salernitano, soprattutto nella valle dell'Irno e nella zona dei Monti Picentini. Le caratteristiche distintive di questo prodotto sono rappresentate: dalla forma perfettamente rotondeggiante del seme che ha polpa bianca, consistente, dal sapore aromatico. La produzione massima unitaria è pari a 40 quintali a ettaro. Il confezionamento deve essere eseguito secondo le seguenti regole: per prodotto in guscio: in sacchi di tessuto e/o altro materiale idoneo; per prodotto sgusciato: in sacchi di carta o di tessuto, in scatole di cartone o in altri materiali idonei.

- Dispositivo per il controllo di conformità
- Elenco operatori attivi Campagna 2022 (aggiornato al 22/07/2022)
- Domanda di adesione al sistema di controllo MDC1 - Produttore agricolo
- Elenco terreni allegato al modello MDC1
- Domanda di adesione al sistema di controllo MDC2 - Intermediari
- Domanda di adesione al sistema di controllo MDC3 - Trasformatori/Confezionatori
- Modello di rendicontazione MDC4 - Produttore agricolo
- Modello di rendicontazione MDC5 - Intermediari
- Modello di rendicontazione MDC6 - Trasformatori/Confezionatori
- Tabella dei controlli di conformità
- Tariffario per il controllo

 

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I.G.P. registrata con Regolamento di esecuzione (UE) n. 1151/2012 della Commissione del 21 novembre 2012.

L’”Olio di Puglia” IGP si contraddistingue per la grande varietà di caratteristiche sensoriali che traggono origine dal genotipo delle sue numerose cultivar autoctone, dalle particolarità dell’ambiente geografico e pedo-climatico e dalle tecniche colturali ed estrattive tipiche del territorio di origine.

La zona di produzione dell’olio extravergine d’oliva IGP "Olio di Puglia" comprende l’intero territorio amministrativo della Regione Puglia.

L’ "Olio di Puglia" IGP è riservata all’olio extravergine di oliva ottenuto da olive provenienti delle seguenti cultivar nazionali a prevalente diffusione regionale: Cellina di Nardò, Cima di Bitonto (o Ogliarola Barese, o Ogliarola Garganica), Cima di Melfi, Frantoio, Ogliarola salentina (o Cima di Mola), Coratina, Favolosa (o Fs-17), Leccino, Peranzana, presenti negli oliveti da sole o congiuntamente, in misura non inferiore al 70%. Possono, inoltre, concorrere altre varietà nazionali, fino ad un massimo del 30%.

La raccolta delle olive deve essere effettuata nel periodo compreso tra l’inizio dell’invaiatura - (Indice di Pigmentazione pari a 2) ed il 31 gennaio della campagna di produzione (Indice di Pigmentazione pari a 5). La produzione massima di olive ad ettaro non potrà essere superiore a 12 tonnellate, mentre la resa massima in olio è fissata al 20%.

 

- Allegato delle non conformità

- Domanda di adesione MDC3

- Domanda di adesione MDC4

- Domanda di adesione MDC7 

- Ricevuta conferimento olive

- Piano dei controlli

- Tariffario

  

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I.G.P. registrata con Regolamento di esecuzione (UE) n. 2021/1261 della Commissione del 26 luglio 2021.

L’“Olio di Roma” a Indicazione Geografica Protetta si contraddistingue per la grande varietà di caratteristiche sensoriali che traggono origine dal genotipo delle sue numerose cultivar autoctone, dalle particolarità dell’ambiente geografico e pedo-climatico e dalle tecniche colturali ed estrattive proprie del territorio di origine. 

L'olio extravergine di oliva I.G.P. Olio di Roma è ottenuto dalle varietà di olive, presenti da sole o congiuntamente, negli oliveti di Itrana, Frantoio, Carboncella, Leccino, Moraiolo, Caninese, Salviana, Rosciola, Marina, Sirole, Maurino, Pendolino per almeno l’80%. Sono ammesse altre varietà, di cui al registro nazionale delle varietà di piante da frutto ammesse alla commercializzazione, istituito dal D.Lgs 25 giugno 2010 n. 124, fino ad un massimo del 20%.

La zona di produzione comprende l’intera provincia di Viterbo, alcuni comuni della provincia di Rieti, di Roma, di Frosinone e di Latina.

La raccolta delle olive viene effettuata entro e non oltre il 31 dicembre di ogni campagna olivicola. La produzione unitaria massima consentita, non può superare la quantità di 9.500 kg di olive per ettaro. Le olive devono essere lavorate nel più breve tempo possibile e comunque entro i 2 giorni successivi alla raccolta. Al consumo il prodotto si presenta colore dal verde al giallo oro con variazione cromatica nel tempo.

 
 

- Allegato delle non conformità

- Domanda di adesione MDC3

- Domanda di adesione MDC4

- Domanda di adesione MDC7

- Ricevuta conferimento olive

- Piano dei controlli

- Tariffario

  

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I.G.P. registrata con Regolamento di esecuzione (UE) n. 2020/1389 della Commissione del 28 settembre 2020 pubblicato in GU n. 253 del 13 ottobre 2020  

L’Olio extra vergine di oliva “Olio Lucano” deve essere ottenuto dalle varietà di seguito indicate e loro sinonimi, da sole o congiuntamente:
Acerenza, Ogliarola del Vulture (sinonimi: Ripolese o Rapollese, Ogliarola di Melfi, Nostrale),Ogliarola del Bradano (sinonimi: Comune, Ogliarola), Maiatica (sinonimi: oliva di Ferrandina,Pasola), Nociara, Ghiannara, Augellina, Justa, Cornacchiola, Romanella, Carpinegna, Faresana,Sammartinengna, Spinoso, Cannellina, Cima di Melfi, Fasolina, Fasolona, Lardaia, Olivo da mensa,Orazio, Palmarola, Provenzale, Racioppa, Roma, Rotondella, Russulella, Scarpetta, Tarantina,Coratina, Frantoio, Leccino. Possono inoltre concorrere altre varietà fino ad un massimo del 20%.
La zona di produzione delle olive destinate ad ottenere l’Olio Lucano IGP coincide con l’intero territorio amministrativo della regione Basilicata.
L’olio Lucano IGP è caratterizzato da colore compreso tra verde e giallo, fruttato medio, amaro medio e piccante medio, con eventuali note aromatiche di erba fresca e/o carciofo e/o pomodoro e/o mandorla e/o mela. L’armonia tra le note olfattive e gustative è una caratteristica specifica comune di questo olio. La raccolta delle olive destinate alla produzione dell’Olio Lucano viene effettuata nel periodo compreso tra il 15 Settembre e il 30 Gennaio dell’anno successivo.
La produzione unitaria massima consentita, per oliveti dai quali si ottiene l’Olio Lucano, non può superare 10 tonnellate di olive per ettaro.
Le operazioni di oleificazione delle olive devono essere effettuate entro 48 ore dalla raccolta in impianti di molitura posti nel territorio amministrativo della regione Basilicata.
Il logo dell'IGP Olio Lucano è costituito da un'anfora stilizzata con 4 linee curve trasversali oblique che richiamano la conformazione con le caratteristiche torsioni del tronco degli olivi secolari. 

 

- Allegato delle Non Conformità IGP Olio Lucano
- Elenco terreni IGP Olio Lucano
- MDC3 Olio Lucano
- MDC4 Olio Lucano
- MDC7 Olio Lucano
- PdC Olio Lucano
- TPR Olio Lucano
- Ricevuta conferimento olive Olio Lucano

 

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IGP registrata con Reg U.E. n.2015/2267 del 24 novembre 2015, pubblicato in G.U.E.E. serie L 322/13 del 08/12/15.

La zona di produzione del Pampapato/Pampepato di Ferrara IGP è rappresentata dall’intero territorio della Provincia di Ferrara.
Il Pampapato/Pampepato di Ferrara IGP è un prodotto da forno ottenuto dalla lavorazione di farina, canditi, frutta secca, zucchero, cacao e spezie, e ricoperto di cioccolato fondente extra.

Il Pampapato/Pampepato di Ferrara IGP si caratterizza per la sua forma cosiddetta a “calotta” con base piatta e superficie convessa, e per la presenza all’interno di spezie, frutta candita, frutta secca, zucchero e cacao, interamente ricoperto di cioccolato extra fondente che gli conferisce un colore marrone scuro brillante.

Nella lavorazione del prodotto viene mantenuta una buona dose di manualità ad opera di personale esperto che esegue le operazioni di modellatura e rifinitura.
Al momento dell’immissione al consumo il Pampapato/Pampepato di Ferrara IGP ha un diametro compreso tra 3 e 35 cm, un’altezza compresa tra 1,5 e 8 cm, ed un peso tra 10 g e 3 kg.

Il Pampapato/Pampepato di Ferrara IGP è commercializzato in confezioni monoprodotto o pluriprodotto.

 

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I.G.P. registrata con Reg. (CE) Reg. CE 1263/96 pubblicato sulla GUCE L163/96 del 2 luglio 1996

I peperoni di Senise sono ottenuti da tre tipi morfologici: .Tipo "APPUNTITO" .Tipo "TRONCO" .Tipo "UNCINO".
La zona di produzione ricade nelle aree limitrofe al comune di Senise che comunque si affacciano per gran parte sulla Valle del Sinni: Francavilla S.S., Chiaromonte, Valsinni, Colobraro, Tursi, Noepoli, San Giorgio Lucano; e sull'Agri: Sant'Arcangelo, Roccanova, Tursi, Montalbano Jonico e Craco della provincia di Potenza Sono considerati idonei i terreni di origine alluvionale di natura limo-sabbiosi e quelli collinari di medio impasto posizionati alla quota sul livello del mare variabile tra i 250 ed i 340 metri.
Il prodotto, di sapore: dolce è tradizionalmente offerto In "SERTE" o "COLLANE" di lunghezza variabile da 1,5 a 2,0 m, con le bacche (in possesso degli stessi lineamenti morfologici di quelle freschi) disposte a spirale angolata, l'una rispetto alla successiva, di circa 120°, contenuto in acqua non superiore al 10-12% e colorazione rosso vinaccia. Viene commercializzato anche in "POLVERE" a grana finissima ottenuta dalla macina dei peperoni secchi previo trattamento in forno per eliminare il residuo di umidità.

- Operatori iscritti - campagna 2023
- Attività di raccolta
- Attività trasformatori
- Attività confezionatori
- Elenco terreni
- Disciplinare Peperoni Di Senise
- MDC3 Domanda di adesione al sistema di controllo_IGP
- MDC7 Richiesta verifica Peperoni di Senise
- TDC Peperoni di Senise
- TPR Peperoni
- DC Peperoni di Senise IGP

 

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I.G.P. registrata con regolamento (UE) n.622 del 15/07/2010 e pubblicato su G.U.U.E. n.182 serie L del 16/07/2010.

La “Pesca di Leonforte” I.G.P. è prodotto da due ecotipi di pesca: Bianco di Leonforte e Giallone di Leonforte. Il frutto presenta forma globosa a valve asimmetriche, con buccia di colore giallo per l’ecotipo Giallone di Leonforte, e buccia di colore bianco per l’ecotipo Bianco di Leonforte, entrambi con striature rosse non sempre evidenti. La zona di produzione comprende i comuni di Leonforte, Enna, Calascibetta, Assoro e Agira in provincia di Enna. La coltivazione viene condotta con metodi convenzionali, con l’osservanza delle norme di “Buona Pratica Agricola”, integrati o biologici.
La densità di impianto è compresa tra le 400 e 1100 piante ad ettaro e la massima produzione non deve essere superiore alle 20 tonnellate per ettaro.
La raccolta è manuale e avviene a partire dalla prima decade di agosto, fino alla prima decade di novembre, sulla base del grado di maturazione del prodotto. 

 

- Dispositivo di controllo
- Tabella dei controlli
- MDC3
- MDC4
- MDC7
- Elenco terreni
- Istruzione operativa campionamento
- Tariffario
- Attività di confezionamento
- Modulo attività di coltivazione
- Ricevuta conferimento

 

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Regolamento (UE) n. 567/2011 della Commissione del 14 giugno 2011 pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea numero L 158/25 del 16 giugno 2011 registrazione della denominazione "Porchetta di Ariccia" nel "registro delle denominazioni d'origine protette e delle indicazioni geografiche protette" come IGP.

La zona di produzione della “Porchetta di Ariccia” I.G.P. è il territorio del comune di Ariccia. La materia prima destinata alla produzione della “Porchetta di Ariccia” I.G.P. proviene da suini di sesso femminile, iscritti ai libri genealogici delle razze Landrace, Large White, Pietrain e relativi ibridi. Le carcasse che giungono allo stabilimento devono rispondere alle classi S, E, U secondo quanto previsto dalla vigente normativa comunitaria. Il peso della porchetta intera è compreso tra i 27 Kg e i 45 Kg, mentre il peso del tronchetto è compreso tra i 7 Kg e i 13 Kg. La fase della salatura viene effettuata con sale fino marino. Dopo il riposo, si effettua un massaggio manuale in tutte le parti della carcassa o tronchetto in cui è stato distribuito il sale con il quale si elimina il sale in eccesso. Si procede con la speziatura con una miscela di pepe nero, in polvere o macinato grossolanamente, rosmarino ed aglio distribuita manualmente. La fase della legatura, che costituisce un elemento significativo nella preparazione della “Porchetta di Ariccia” I.G.P., è una operazione manuale che deve garantire, sia durante che dopo la cottura, il mantenimento della compattezza della porchetta intera e del tronchetto.


- Dispositivo di controllo rev. 03 del 12/11/15
- Tabella dei controlli rev. 03 del 12/11/15
- MDC3 rev. 03 del 12/11/15
- MDC4 rev. 03 del 12/11/15
- MDC5 rev. 03 del 12/11/15
- Tariffario
- Dichiarazione di conformità lotto
- Rendicontazione mensile trasformatori
- Rendicontazione mensile confezionatori

 

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Regolamento (UE) n. 1173/2014 della Commissione del 24 ottobre 2014 pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea n. 316/1 del 4 novembre 2014 recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette Salama da sugo IGP.

La “Salama da sugo” IGP è un prodotto di salumeria costituito da una miscela di carni suine aromatizzate ed insaccate nella vescica naturale di suino. Il prodotto, previo asciugamento e stagionatura, può essere commercializzato come prodotto crudo, o con successivo trattamento termico, come prodotto cotto. La zona di lavorazione, stagionatura, condizionamento e confezionamento della “Salama da sugo” IGP comprende l’itero territorio amministrativo della provincia di Ferrara con esclusione dei comuni di Goro, Codigoro, Lagosanto e Comacchio.


- Dispositivo di controllo rev.00 del 05/11/14
- MDC3 rev.00 del 05/11/14
- MDC7 rev.00 del 05/11/14
- Dichiarazione di conformità rev.00 del 05/11/14
- Rendicontazione mensile produttore rev.00 del 05/11/14
- Tariffario

 

Contatta il Responsabile di Prodotto

I.G.P.“ Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna”

I.G.P. iscritta nel registro delle denominazioni di origine protette e indicazioni geografiche protette con Regolamento di esecuzione UE n. 2023/1426 della Commissione del 3 luglio 2023 pubblicato in GUE L 175/1 del 10/7/23 

Le Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna sono un prodotto a base di pasta fresca con forma tondeggiante o ovale e racchiudente un ripieno costituito da formaggio pecorino e/o formaggio caprino e/o formaggio vaccino o cagliata vaccina, scorza di limone e/o d’arancia grattugiata con eventuale aggiunta di zucchero. 

All’atto  dell’immissione  al  consumo,  le  Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas  di Sardegna presentano le caratteristiche fisiche, chimiche ed organolettiche stabilite all’art. 2 del Disciplinare di produzione.

L’areale di produzione delle Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna riguarda l’intero territorio amministrativo e fisico della Sardegna, con relativi arcipelaghi.
Le   Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas  di Sardegna emergono, come un formato di pasta ripiena unico, tra i più caratteristici e geograficamente individuabili. Pur trattandosi di un prodotto pastario a tutti gli effetti, viene servito e consumato come dolce e anche in questo, risiede l’unicità del prodotto.

Dal punto di vista organolettico si distinguono dagli altri prodotti appartenenti alla stessa categoria merceologica, per il sapore caratterizzato dalla contrapposizione tra la consistenza friabile della sfoglia (resa tale dalla presenza dello strutto) e quella pastosa e acida del formaggio a pasta fresca filante del ripieno.

Nella tradizione culinaria le Sebadas/Seadas/Sabadas/Seattas/Savadas/Sevadas di Sardegna, una volta fritte, vengono cosparse di miele o zucchero e poi servite calde. 

 

Dispositivo per il controllo di conformità
- Dichiarazione di conformità del lotto
- MDC3 Sebadas di Sardegna
- MDC4 Sebadas di Sardegna
- MDC7 Sebadas di Sardegna
- Rendicontazione confezionatore puro
- Rendicontazione produttori
- Rendicontazione strutture di ristorazione
- Tabella controlli di conformità
- Tariffario

 

Contatta il responsabile di prodotto

I.G.P. registrata con Reg. (UE) n. 222 del 17/03/2010 pubblicato su G.U.U.E. n. 68 serie L del 18/03/2010

Il “Sedano Bianco di Sperlonga” Indicazione Geografica Protetta (IGP), deve essere coltivato e confezionato nel territorio del comune di Fondi e del comune di Sperlonga. All’atto dell’immissione al consumo il “Sedano Bianco di Sperlonga” a Indicazione Geografica Protetta risponde alle caratteristiche tipiche dell’ecotipo locale “Bianco di Sperlonga”: pianta di taglia media, forma compatta, recante 10-15 foglie, foglie di colore verde chiaro, piccioli fogliari di colore bianco con leggera sfumatura verde chiaro, poco fibrosi, caratterizzati da costolature poco evidenti, sapore dolce e solo moderatamente aromatico che lo rende particolarmente indicato ad essere consumato fresco, peso di calibro medio da 500 a 800 grammi, di calibro grosso oltre 800 grammi.

- Dispositivo di controllo Rev.02
- Tabella dei controlli Rev.01
- MDC1 Rev. 04
- MDC2 Rev. 04
- MDC3 Rev. 04
- MDC4 Rev. 04
- MDC5 Rev. 04
- MDC6 Rev. 04
- Istruzione operativa campionamento
- Tariffario

 

Contatta il Responsabile di Prodotto

I.G.P. registrata con Reg. U.E. 882 del 31/07/2014, pubblicato in G.U.U.E. serie L 242 del 14/08/2014.

La zona di produzione è rappresentata dall’intero territorio amministrativo del comune di Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria. Il Torrone di Bagnara IGP si ottiene dalla cottura a fuoco diretto e dalla lavorazione di miele, zucchero, mandorle non pelate tostate, cannella, chiodi di garofano in polvere, con la copertura di zucchero in grani o cacao amaro. La versione "Martiniana" si presenta di colore marrone c.d. “a manto di monaco” con copertura di zucchero in grani; la variante “Torrefatto Glassato” è realizzata con una maggiore quantità di miele, con copertura di una miscela di zucchero e cacao amaro. La maestria nel giusto dosaggio degli ingredienti e nella cottura ad alte temperature a fuoco vivo, conferiscono al prodotto caratteristiche organolettiche uniche. Il Torrone di Bagnara IGP ha la forma di un parallelepipedo con spigoli smussati, lunghezza compresa tra 4 e 12 cm, larghezza compresa tra 1,5 e 2,5 cm, altezza compresa tra 1,5 e 2,5 cm. E’ commercializzato in confezioni monoprodotto o in confezioni pluriprodotto (vassoi o scatole).

- Dispositivo di controllo rev.00 del 30/07/2014
- MDC3 rev.00 del 30/07/2014
- MDC7 rev.00 del 18/01/14
- Tabella sintetica dei controlli di conformità rev.00 del 05/11/14
- Rendicontazione Mensile Produttore rev.00 del 20/10/14
- Rendicontazione Mensile Confezionatore rev.00 del 20/10/14
- Dichiarazione di conformità lotto rev.00 del 20/10/14

 

Contatta il Responsabile di Prodotto

RINA AGRIFOOD S.p.A. V.le Cesare Pavese 305 - 00144 Roma